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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022

MONICA FERRANDO, LA PASSIONE DELL'ELEZIONE: DAL SERVO ARBITRIO AL SERVO SGUARDO di Paolo Gera

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  Monica Ferrando, L’elezione e la sua ombra, Il Cantico tradito, Neri Pozza, 2022 ‘Elezione’ è un termine di origine religiosa che è disceso, attraverso le forme istituzionali della democrazia moderna a indicare, una competizione di tipo politico: gli eletti non sono più unti del Signore, ma individui scelti dal voto, più o meno influenzabile, delle masse nazionali. Negli ultimi anni il significato originario sembra ritornato in auge, attribuito a una casta di invisibili le cui decisioni influirebbero in maniera imperscrutabile sulle sorti degli uomini. In questo senso l’emergenza pandemica ha messo bene in evidenza questo carattere oscuro e imprevedibile dei gestori del potere. Elias Canetti affianca sinistramente il suicidio di massa ( “Uomini, donne, bambini, tutti reciprocamente si uccidono finché non rimane più altro che il mucchio dei propri morti.”) all’epidemia: “Nell’epidemia si ha il medesimo risultato, il quale però non è deliberato(…), e pare imposto dall’esterno da un

Osip Mandel’štam “Hier stehe ich – ich kann nicht anders” di Claudio Orlandi

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  Osip Mandel’štam “ Hier stehe ich – ich kann nicht anders” di Claudio Orlandi      Tutto in me si lacera aperto da fiocchi di neve (Claudio Orlandi) Che diavolo di nome, davvero poco lineare, al suono, al tatto agli occhi. Non c’è verso che suoni dritto. Lessi per caso le sue poesie ed è stato come bere un bicchiere d’acqua fresca, strano a dirsi. Una folata di vento tiepido, un annuncio di primavera. M’è rimasto dentro come una pietra (Kamen’). Un tonfo cauto e sordo – un frutto del ramo s’è staccato via – tra l’incessante melodia del bosco silenzioso, muto... * * * “Amate l’esistenza della cosa più della cosa stessa e il proprio essere più di voi stessi” E’ l’acmeista che nella Pietroburgo di inizio Novecento prende parola e volge lo sguardo al culmine (akme), al vertice per far uscire la poesia dalla “foresta dei simboli”, una lama di luce che illumina vividamente uno spazio. Un’architettura che prende forma, pietra su pietra, ma a me sembrano foglie poggiate su

𝐋𝐚 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞

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𝐋𝐚 𝐩𝐨𝐞𝐬𝐢𝐚 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫𝐞 “La poesia è il potere, disse Mandel’štam alla Achmatova, a Voronež, e lei annuì chinando il lungo collo. Confinati, malati, poveri e perseguitati, non volevano rinunciare al loro potere… Osip Emil’evič continuava a ripetere: Se uccidono in nome della poesia, vuol dire che le tributano l’onore e il rispetto che merita, vuol dire che la temono e quindi la poesia è il potere”. Nadežda Mandel’štam.
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  DACCI OGGI LA NOSTRA RINUNCIA QUOTIDIANA Luca Bresciani, Ogni giorno un cielo diverso, immagini di Danilo Massi, Lietocolle, 2022.   Lo sguardo che Luca Bresciani getta sul mondo, rifugge da qualsiasi arricchimento retorico, da qualsiasi virtuosismo o effetto speciale. Non si inscenano spettacoli o attrazioni equilibriste, ma si dà risalto ai momenti inavvertiti e ai particolari trascurabili. Il pathos nasce per contrasto. È una prospettiva raso terra, è una ricerca umile, materialista, immune alla sovraesposizione e all’inganno ottico. Come scrive Ivan Crico nell’acuta introduzione, si tratta di testimoniare la solitudine di un un “transito da una soglia ad un’altra soglia, soglia perpetua di ogni autentica interrogazione, rendendola comunque in qualche modo riconoscibile e comune a tutti coloro che daranno il proprio consenso interiore ad ascoltarla.” Questo tentativo di creare passerelle di comunicazione tra il mistero del soggettivo e quello dell’universale, riporta alla me