POESIA DI FEDERICO RAVIOLO




NOTA CRITICA

Il poeta Federico Raviolo, con questa cascata d’emozioni (che non potrebbero che stregare se da lui interpretate), ci consegna uno spaccato tipico dei tempi di pieno Green Pass: una voce poetante è lo spettatore del pasto all’addiaccio di operai non “greenpassati”, essa ha poi reminiscenze di situazioni post-apocalittiche – dove l’Uomo è disanimato dalle paure imposte per legge, pari a uno zombie –; in un’immagine conclusiva, invece, prima di ritirarsi nel suo pianto (più vero di quello celeste), essa osserva un “uomo dalla barba che sbianca”, forse un anziano costretto allo “stupro di Stato”? Forse lei stessa che, in breve, sarà costretta ad accondiscendere a questo, invecchiando subitaneamente e perdendo al contempo una parte d’orgoglio e d’amor proprio? Non possiamo dirlo, no, possiamo solo tremare.


Paolo Pera


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