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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

POESIA DI CHICCA MORONE

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POESIA DI ROBERTO ADDEO

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  Pubblichiamo oggi la poesia di Roberto Addeo. Il titolo polisemico è già indicatore di una condizione di disagio e di arrendevolezza: è la situazione a cui tutti siamo stati obbligati dalla pandemia; è il luogo, la città, il paese in cui si esprime disprezzo e malsopportazione per chi ha deciso di intraprendere una scelta diversa da quella della maggioranza. Il treno sui cui si decide di salire è simbolicamente il mezzo con cui, anche in maniera amara, si cerca di attuare attraverso la fuga un cambiamento necessario delle condizioni di vita. Lo era al tempo dei moti migratori dal sud, lo è ora nel tentativo di arrivare in un territorio dove si possano nuovamente coltivare consapevolezza e libertà. La poesia di Addeo è narrativa, si sofferma su elementi paesaggistici umani, è piena di quella’pietas’ che le persone anche più vicine sembrano aver dimenticato. Il futuro, in chiusura, si apre alla speranza delle generazioni future, a una prospettiva utopica e gioiosa che riafferma la nece

POESIA DI FLAVIO ALMERIGHI

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  Pubblichiamo oggi la poesia di Flavio Almerighi. La ‘democrazia avanzata’ di cui parla ironicamente Almerighi nel suo testo, è definita altresì dallo studioso Predrag Matvejevic come ‘ democratura’, crasi di democrazia e dittatuta, ovvero un regime formalmente costituzionale in cui sono presenti forti elementi totalitari. In questa definizione riconosciamo perfettamente la nostra Italia dei decreti liberticidi e con un parlamento biecamente asservito alle direttive del governo. La libertà d’informazione è pesantemente colpita. Lo stesso Almerighi nella sua pagina fb cita una ricerca dell’istituto di ricerca Freedom House per cui l’Italia è considerato un paese “parzialmente libero”(partly free). Nel 2022 l’Italia perde 17 posizioni nella classifica mondiale sulla ibertà di stampa e scende al 58° posto, nella lista compilata da Reporter sans frontieres. Arginare questa catastrofica discesa istituzionale è compito di chi cerca di battersi in ogni modo, partendo dalla base, per una li

POESIA ED OPERA DI GLADYS SICA

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  Pubblichiamo oggi le opere di Gladys Sica, poeta e artista. Il suo è un invito a non fermarsi, ad opporre alle chiuse restrizioni del potere la libertà della creazione, in ogni campo e in ogni luogo del nostro “giovane pianeta”. Il dipinto siriferisce al tempo assurdo del lockdown e al simbolo del periodo, la mascherina, indossata come un vizio assurdo, diventata quasi un’ irrinunciabile appendice umana .

POESIA DI KLINTON OGISO

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 Pubblichiamo oggi la poesia di Klinton Ogiso. Il problema della ‘resilienza’ è analizzato nel testo in termini dialettici: da una parte c’è una dichiarazione di fedeltà alla lotta, ad ogni costo, accada quel che accada; dall’altra c’è la presa di coscienza di tutta la durezza necessaria per opporsi, sino quasi a diventare uguali a chi si vuole combattere.

POESIA DI STEFANO VESPO

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  Pubblichiamo oggi la poesia di Stefano Vespo. Il testo non si riferisce direttamente alle tappe dell’ignobile escalation di privazione dei diritti, ma esprime una condizione di forte disagio esistenziale che tutti stiamo provando dopo due anni di dittatura sanitaria. I segni interiori hanno un correlativo oggettivo nelle strade svuotate, negli schianti, nel gelo che scende e avvolge ogni cosa. Vogliamo accostare a questa una poesia di Emily Dickinson: “ Grandi strade di silenzio/ conducevano ai vicinati della pausa-/dove non era norma né dissenso,/né universo né legge-/Agli orologi era mattino, e notte/ chiamavano lontane le campane-/ma l’epoca non aveva qui più basi/ perché il periodo esalava”.

POESIA DI MARIA VOTO

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POESIA DI EMILIA OTELLO

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  Pubblichiamo oggi la poesia di Emilia Otello. Il 15 febbraio 2022 è stato il martedì nero della repubblica italiana del nuovo millennio. Entrava in vigore il cosiddetto ‘green pass rafforzato’, cioè esclusivamente per vaccinazione o guarigione e il provvedimento riguardava tutti i lavoratori over 50 del settore pubblico e privato. Alla maniera delle classiche invettive Emilia Otello lancia il suo grido di indignazione verso l’Italia, con versi che registrano la prepotenza illegittima dello stato, l’indifferenza del popolo e una vergogna che il vaglio della storia negli anni futuri non riuscirà a dimenticare.