POESIA DI GIUSEPPE COSTANZO
Giuseppe Costanzo (il più giovane genealogista araldico europeo, forse mondiale) si cimenta ora con l’arte della versificazione affrontando un tema che molto bene sollevò il filosofo Giorgio Agamben sin dai primi atti della Pandemia, ossia la “divinizzazione” della scienza in tempi, oramai, di materialismo imperante. A tale ambito, quello della ricerca medica sul virus che (sino a poco fa) tutti faceva tremare, era dunque riservato quel diritto d’autorità che – secoli orsono – soltanto poteva spettare alla Teologia, opporsi a questa era infatti rischioso, e chi mostrava un simile coraggio ne affrontava le conseguenze (così, ma in altro modo, i “no-vax”). Va ricordato che, oltre alla difesa dei precetti divini in terra, ogni repressione dei “rivoluzionari di turno” aveva pure carattere conservativo, aveva scopo di preservare il dominio di chi tali precetti imponeva; così la ‘Scienza’ d’oggidì che, dietro al predicato bonum commune, cela Dio solo sa cosa, interessi indicibili di oligarchi di cui non è lecito parlare in Occidente. Vista tale categoricità, il nostro “Basilio folle in Cristo”, sceglie di rivolgersi a un Assoluto precedente. (Paolo Pera)
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