POESIA DI PAOLO RICCIARDI



 

V’è una sorta di pianto antico nelle rime di Ricciardi (classe ’99), non certo per un figlio morto ma per un fratello perduto, un compagno di trincea – spostandoci in Ungaretti – che è passato dall’altra parte, per necessità, costrizione, o “servitù volontaria”. Sfortuna vuole, come più volte ci è stato dimostrato, che l’amico “disertore” subito dopo aver cambiato casacca muta anche convinzione, forse per sopravvivenza? Egli, pur di non puntarsi contro il dito, imputa a sua volta il tradimento a colui che poco prima gli combatteva affianco. L’ipocrisia a questo porta…

Paolo Pera

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