POESIA DI STEFANO VESPO



 

Pubblichiamo oggi la poesia di Stefano Vespo. Il testo non si riferisce direttamente alle tappe dell’ignobile escalation di privazione dei diritti, ma esprime una condizione di forte disagio esistenziale che tutti stiamo provando dopo due anni di dittatura sanitaria. I segni interiori hanno un correlativo oggettivo nelle strade svuotate, negli schianti, nel gelo che scende e avvolge ogni cosa. Vogliamo accostare a questa una poesia di Emily Dickinson: “ Grandi strade di silenzio/ conducevano ai vicinati della pausa-/dove non era norma né dissenso,/né universo né legge-/Agli orologi era mattino, e notte/ chiamavano lontane le campane-/ma l’epoca non aveva qui più basi/ perché il periodo esalava”.


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