PACE, NONVIOLENZA E OMNICRAZIA: una pagina di Aldo Capitini, di Paolo Gera



 Tra gli intellettuali dimenticati in questo periodo di becera contrapposizione ideologica, c'è Aldo Capitini e la sua grande lezione umana e politica. Oggi Capitini viene ricordato come una specie di santino per l'ideazione della marcia della pace Perugia-Assisi e della tanto discussa bandiera arcobaleno.  Il primo esemplare di questo vessillo è conservato nella biblioteca di San Matteo degli Armeni a Perugia: il suo intento era quello di rappresentare nella loro partecipazione a un progetto di pace, tutte e tutti. La pratica della non violenza non è per Aldo Capitini una resa sfibrata o un intiepidimento della lotta, ma una presa di coscienza lucidissima. La sua critica ai potenti è feroce, la sua accusa ai governi è spietata e la portata rivoluzionaria del suo pensiero non si ferma alla desolata, impotente denuncia di Pier Paolo Pasolini, ma si collega a proposte di lotta concreta che devono sorgere dalla base. La formula in cui si condensa il suo pensiero è la cosiddetta OMNICRAZIA. Il potere deve essere ogni giorno veramente di tutti e la democrazia diretta deve essere esercitata  dal basso con la formazione di gruppi di persone e di comitati " sulla base di una capacità di discutere tutti i problemi oltre quello della pace, dal punto di vista del bene di tutti, con centri sociali, consigli di operai, di contadini, di insegnanti e di studenti, consulte popolari  amministrative, posizioni di trasformazione rivoluzionaria dal basso." Programma irreaizzabile? No, Capitini si impegnò in prima persona per rendere reali questi spazi di partecipazione e di democrazia diretta, i Centri di Orientamento Sociale, a Perugia e in ogni parte d'Italia. Questi centri di decentralizzazione del potere furono ovviamente attaccati da tutti i partiti politici di allora, dalla Democrazia Cristiana a quelli di sinistra.

Pubblichiamo questa pagina di notevole attualità sulla necessità di opporsi alla guerra attraverso la pratica dell'omnicrazia, condividendo perfettamente l'idea di Aldo Capitini: non si può volere la pace, se si lascia effettivamente "la società attuale com'è, con i privilegi, i pregiudizi, lo sfruttamento, l'intolleranza, il potere in mano a gruppi di pochi."(p.194)

 "NOI SIAMO CONVINTI CHE LE POPOLAZIONI SI FIDANO TROPPO DEI GOVERNI. La guerra è voluta, preparata e fatta scoppiare da pochi, ma questi pochi hanno in mano le leve del comando. Se c'è chi preferisce lasciarli fare, e non pensarci, divertirsi e tirare a campare, noi dobbiamo pensare agli ignari, ai piccoli, agli innocenti, al destino della civiltà, dell'educazione e della progressiva liberazione di tutti. Noi dobbiamo dire NO alla guerra ed essere duri come le pietre; oggi i governi con la decisione di fare la guerra e di usare le armi atomiche e chimiche, sono  infinitamente più dannosi di qualsiasi disordine della popolazione, perché un'ora di guerra atomica può distruggere la vita di tutto un popolo. E non basta avere molte bombe atomiche da buttare sulle altre nazioni, perché la nuvola atomica diffusa nell'aria e portata indietro dai venti è più che sufficiente ad uccidere da sola tutte le forme di vita.

   Giacomo Matteotti, nel febbraioo 1915, scrisse che tutti i lavoratori dovevano fare, se scoppiava la guerra, lo sciopero generale. Intuì che l'arma della popolazione intera davanti alla guerra è la vigilanza e la non collaborazione, il rifiuto in massa.

   Oggi con la guerra atomica, c'è una ragione di più per cominciare molto presto, quando già si prepara la guerra, stringere larghissime solidarietà dentro e fuori delle nazioni, impegnare i religiosi ad usare il metodo religioso della nonviolenza, imparare e insegnare che il rifiuto attivo della guerra è oggi una rivoluzione.

   Una rivoluzione è una serie di atti, di solito collettivi, rivolti a cambiare il possesso del poetere, a trasformare le strutture sociali e politiche, a influire sugli animi delle persone. Ma ogni rivoluzione ha un suo carattere. E quella che noi sosteniamo ha il carattere di essere la più totale che sia stata proposta, non solo per gli animi nel profondo e per le strutture che debbono essere adeguate ad una società veramente di tutti, ma soprattutto per la convocazione di tutti ad operare il nuovo corso. Non si tratta di formare un gruppo di convinti e di lanciarli nell'azione con tutti i mezzi, ma di far partecipare tutti. Oggi che le armi nucleari hanno margini illimitati di distruzione, SI DEVONO CREARE TANTI CENTRI DI POTERE E DI CONTROLLO DAL BASSO.

   La lotta per la pace tende a creare una permanente mobilitazione di tutti per controllare la politica estera, la politica militare, la politica scolastica, e denunciare gli errori, le colpe, le storture, le alleanze dei conservatori, degli imperialisti, dei capitalisti, dei nazionalisti per conservare il potere e il profitto a danno della maggioranza della popolazione."

( Aldo Capitini, Il potere di di  tutti, Guerra edizioni 1999, p.192-193. L'articolo è stato pubblicato originariamente  nel mensile "Il potere è di tutti" e risale al settembre 1964)

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