POESIA DI LORENZO PIETROSANTI
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L’autore, come ha scritto Paolo Gera, invece di dedicarsi a una poesia d’occasione ispirata direttamente dagli avvenimenti della pandemia, scanditi dalle misure sempre piΓΉ restrittive dei governi Conte e Draghi, ha inglobato la sua protesta in un progetto piΓΉ ampio, il “Manuale di lotta poetica”, di cui sono stati pubblicati on line finora nove capitoli. E’ un work in progress che si basa sulla raccolta e sul contenimento di un magma linguistico incandescente, in cui si mescolano la saggezza degli antichi e l’ottusa sequela delle parole contemporanee, quelle prodotte dagli algoritmi elaborati dal tecnocapitalismo, per controllare le voci e azzerare il dissenso. La scrittura di Pietrosanti si pone su un piano di sincronicitΓ , di ‘performazione’ che puΓ² ricordare nelle regole di componimento l’ associazione automatica surrealista e che attesta la necessitΓ di una parola libera nella forma e nel contenuto, di una protesta non banalizzata, di un’espressione che mostri, nella carne dei versi, le attuali lacerazioni e convulsioni.
Al testo di Lorenzo Pietrosanti mi piace accostare le parole di Hanna Arendt, utilizzate per analizzare i processi della macchina del consenso del Nazismo, ma che suonano sinistramente consone al potere attuale, che cerca la validazione di una presunta neutralitΓ scientifica per affermare ed avvalorare le sue strategie e le sue decisioni liberticide e che poi si rifiiuta di discutere i dati scientifici reali che smentirebbero le assurditΓ del suo dettato demagogico : “La propaganda totalitaria ha perfezionato la tecnica, propria della scientificitΓ ideologica, di dare alle proprie affermazioni la forma di predizioni, portando al massimo l’efficienza del metodo e l’assurditΓ del contenuto perchΓ© dal punto di vista demagogico non c’Γ¨ un modo migliore per evitare la discussione, che svincolare un argomento dal controllo del presente dicendo che soltanto il futuro puΓ² rivelarne i meriti.”( Hanna Arendt, Le origini del totalitarismo)
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