IN PRINCIPIO di Fabia Ghenzovich
In principio C’era un tempo in cui gli uomini amavano chi raccontava loro storie e leggende di vita e di morte, della bellezza e dell’amore. Li chiamavano cantori o cantastorie, li ascoltavano con attenzione e viva partecipazione, a volte nella piazza, a volte sotto un grande faggio sapiente, una quercia possente o una palma della pace aperta a stella. Era il tempo in cui gli uomini si parlavano guardandosi intensamente negli occhi perchΓ© negli occhi vedevano l’ anima e comprendevano la natura dell’ uomo. Era il tempo dell’ascolto e poi col tempo, a poco a poco la parola si inorgoglΓ¬, assunse toni “alti”, astratti, concettuali, costruΓ¬ cattedrali del sapere e alfabetiche Babeli. Gli uomini non si guardavano piΓΉ intensamente negli occhi, non si ascoltavano piΓΉ perchΓ© diffidavano l’uno dell’altro. La parola divenne strumento, per lo piΓΉ di quotidiano raggiro, di dominio o fascinazione, divenne statua, a poco a poco divenne corpo vuoto di un algoritmo di controllo. SmarrΓ¬ il suo...
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