POESIA DI GIANCARLO GUERRERI
Una ‘lamentatio’ contro l’oppressione dell’attuale sistema di potere, attraverso un’alternanza di immagini astratte e di metafore concrete riferite soprattutto al mondo dell’informazione, totalmente asservito e “prigione di carta” per chi ancora vuole esprimere liberamente le proprie idee. Le anafore delle due ultime strofe esprimono una prospettiva che può apparire fosca, ma che invece è piena di speranza. Essendo Guerreri un profondo conoscitore di Dante Alighieri, in questa sede non possiamo che rivolgerci alla celebre invettiva politica del sesto canto del Purgatorio: “Ahi serva Italia, di dolore ostello,/nave sanza nocchiere in gran tempesta,/non donna di provincie, ma bordello!/Quell’anima gentil fu così presta,/ sol per lo dolce suon de la sua terra,/di fare al cittadin suo quivi festa;/e ora in te non stanno sanza guerra/li vivi tuoi, e l’un l’altro si rode/di quei ch’un muro e una fossa serra./Cerca, misera, intorno da le prode/le tue marine, e poi ti guarda in seno,/s’alcuna parte in te di pace gode.”(vv.76-87)
Commenti
Posta un commento