POESIA DI MASSIMILIANO MORESCO






 

Ospitiamo oggi il testo di Massimiliano Moresco. E’ una breve fiaba in versi, una parabola che contrappone il pensiero unico dominante, seguito dalle masse pre-giudicanti e la visione di un individuo che si è liberato attraverso la ricerca personale da tutti i retaggi culturali e informativi predisposti dal sistema di potere. Lo stile di Moresco, pur mantenendo la versificazione, riprende la sua linea di scorrimento dalla prosa, ma non lo fa in maniera consequenziale, dimostrativa. C’è sempre un’integrazione attraverso il dialogo di posizioni contrapposte, sostenuto da una specie di ironia maieutica. Alla fine è il paradosso della fantasia a far librare in volo le persone che non si accontentano di avere la pancia piena e la mente qrcodizzata. A questo componimento vogliamo accostare la figura incompresa di Zarathustra , così come viene descritta nella sua celebre opera da Friedrich Nietzsche:” Allorchè Zarathustra ebbe parlato così, uno del popolo gridò: «Abbiamo ora udito abbastanza del funambolo; fate che adesso lo vediamo!». E tutto il popolo rise di Zarathustra. Ma il funambolo che credette la parola rivolta a lui, si accinse all'opera sua. Ma Zarathustra guardava il popolo e si meravigliava. Poi disse: «L'uomo è una fune tesa tra il bruto e il superuomo – una fune sopra l'abisso. Pericoloso l'andare alla parte opposta, pericoloso il restare a mezza via, pericoloso il guardare indietro, pericoloso il tremare e l'arrestarsi. Ciò ch'è grande nell'uomo è l'essere un ponte e non una meta: ciò che si può amare nell'uomo è l'essere una transizione e una distruzione.”(Così parlò Zarathustra, 1885)


"Forza gente, ridete!

Ora vi stanno dicendo
che il mondo non è più una placenta."

lui disse, aggiungendo ancora
"ora il mondo è sotto attacco
sono gli alieni,  sono gli alieni!"

Lui parlava per metafore
tutti lo attaccavano
"Ehi complottista, la terra è piatta vero?"
Non sapevano, ignoravano,
che lui era un Achille senza tallone.
Li guardava e sorrideva.
Tutte le opinioni lo trapassavano
come meteoriti sgravati dal pianeta.

Lui disse “ora siete liberi!
Le fonti autorevoli
sono pozzi prosciugati
andate per la strada e ballate.”

Loro però lo guardavano
con quello sguardo da Treblinka
guardavano i film
e stavano coi ribelli
salvo poi accettare nella vita reale
tutto ciò che i comandanti
volevano realizzare.

“Forza gente, liberate le catene!
Le foglie cadono e l'anima trascende
scendete per strada e ballate.”

Loro però continuavano a guardarlo
uno lo apostrofò " Tu sei matto
c'è una pandemia in atto
noi amiamo  il prossimo
tu devi fidarti dei sapienti."
Lui già sapeva, non aveva il tallone,
"ricordi quando mi soffiavi dentro
e volavo sopra le teste e le foreste?"
rammentava le parole del padre
lui già sapeva e così disse
"le scimmie ordiscono i tessuti
e trattengono le linee
sanno nulla degli sbilanciamenti"

Uno allora prese coraggio e parlò
"ti prego fratello conducimi ora
nella tua trama, fammi cadere
soffiami dentro la tua leggerezza."
mentre si dissero negli occhi
tutta la bellezza del volo
gli altri discutevano ancora
guardandosi la pancia
ancora piena,  forse per sempre
forse per poco.


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