POESIA DI MASSIMO TRIOLO




Un testo di Massimo Triolo che ha per soggetto l’individuo e i suoi atteggiamenti nel contesto della crisi istituzionale che stiamo ancora vivendo. La critica al soggetto borghese, alla sua ipocrisia, alle sue condotte tartuffesche ci evocano una figura che si è consolidata nei secoli attraverso l’evoluzione dell’economia capitalistica. La mediocrità, la massificazione, l’assunzione di falsi miti progressisti, il riferirsi a un poteriore superiore a cui giurare cieca obbedienza riporta al pensiero di Nietzsche e alla sua spietata denuncia della morale eteronoma. La vecchia fede si incrocia con il nuovo credo tecnologico, per la costruzione di un nuovo soggetto transumanista su cui il potere potrà esercitare il supremo controllo del corpo e della mente. Al componimento di Triolo vogliamo accostare le conclusioni finali dell’opera di Max Stirner, uno dei massimi teorici del pensiero anarchico:” Proprietario del mio potere sono io stesso, e lo sono nel momento in cui so di essere unico.(…) Ogni essere superiore a me stesso, sia Dio o l’uomo, indebolisce il sentimento della mia unicità e impallidisce appena risplende il sole di questa mia consapevolezza.”(M. Stirner, L’unico e la sua proprietà, trad. di L. Amoroso)

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