OPERE DI MANUEL GROSSO



Manuel Grosso nella sua ricerca ama spaziare sperimentando i medium più vari  e da circa una quindicina d’anni ha sviluppato una tecnica unica e personale, che ha affinato nel tempo e che ha  denominato “strappo”. Il nome rimanda al metodo che veniva utilizzato per la conservazione degli affreschi antichi quando dovevano essere staccati dalla sede originale.
L’artista ricerca nel territorio tracce, impronte, texture, passaggi di vite umane e animali, oggetti sepolti e abbandonati, con l’idea di descrivere la superficie terrestre non attraverso una rappresentazione grafica o pittorica, ma “strappandone” direttamente i volumi, i dettagli delle forme con dei calchi realizzati in poliuretano e diversi materiali quali stoffa, legno, cartone.
Questo processo innovativo  viene eseguito sia in contesti naturali, quali il sottobosco, la battigia, il greto del fiume, sia in ambienti artificiali, urbani, su porzioni di cemento, asfalto, pavimentazioni, muri.
L’artista interviene nello studio in un momento successivo, cristallizzando i rilievi eseguiti con resine epossidiche. Infine usa velature monocrome, costituite da pigmenti acrilici che spesso virano verso il blu. Questo colore è scelto sia perché consente di alleggerire e di rendere delicata la pesantezza della materia, sia come simbolo delle tonalità del cielo che  specchiandosi sulla terra  riflettono l’unità tra il micro e il macro cosmo.
Le sculture di Manuel Grosso, a volte alto o bassorilievi, a volte strutture a tutto tondo, permettono allo spettatore di scoprire, con stupore e rinnovata curiosità, la poesia silenziosa e potente che si  nasconde nelle cose del mondo, siano esse piccole o grandi, o spesso velate ai nostri occhi da uno sguardo distratto dalla consuetudine.

 

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